La vita nell’ambra
Gli animali e i vegetali intrappolati nella resina forniscono un’importante finestra sul passato, che ci permette di scoprire, almeno in parte, che aspetto avesse la Terra circa 50 milioni di anni fa. Immaginiamo di fare un salto nel passato e trovarci ai piedi degli enormi alberi di una foresta subtropicale per osservare come avveniva il flusso della resina che fuoriusciva dalle lesioni della corteccia e come un insetto o qualche vegetale rimanesse incastrato, per sempre, all’interno della resina.
Scopriamo cosa si possa trovare all’interno dell’ambra e perché i dinosauri (nonostante la suggestiva ipotesi che dà il la al film Jurassic Park) non siano inclusi in questa lista.
Almeno, così sembra…
I vegetali
La resina fuoriusciva dagli alberi soprattutto in primavera, quando la crescita delle piante era più intensa e il clima molto umido. Ma le piante e gli alberi perdevano aghi o foglie soltanto durante il periodo secco, per cui quelle vegetali rappresentano una piccolissima parte delle inclusioni trovate all’interno dell’ambra (lo 0,4%).
Generalmente, le inclusioni vegetali sono mal conservate, in quanto la resina inglobava prevalentemente i frammenti di vegetali già presenti sul terreno e quindi in via di decomposizione o secchi.
Tutti i vegetali che si trovano all’interno dell’ambra sono stati portati dal vento durante le tempeste o dagli animali: si trovavano quindi alla base dell’albero nel momento in cui la resina scorreva lungo il tronco fino a raggiungere la terra.
Le inclusioni vegetali sono principalmente foglie, aghi, fiori o parti di essi.
I funghi coprono una percentuale importante delle inclusioni vegetali dell’ambra, essendo una delle principali cause di morte di molti alberi giunti alla fine del proprio ciclo vitale.
Gli animali
Gli animali possono rimanere intrappolati nella resina solo se vengono improvvisamente ricoperti oppure se rimangono invischiati sulla superficie appiccicosa, per poi essere ricoperti da altra resina. Gli insetti si trovavano coperti dalla resina nei momenti più inaspettati: depositando le uova, durante l’accoppiamento o uscendo dal bozzolo.
Per questo oggi, all’interno dell’ambra, possiamo trovare ragni mentre costruivano le loro reti catturando prede, mosche, zanzare, sciami di termiti in volo.
Le gocce della resina fresca, appiccicosa, erano una vera trappola per insetti, aracnidi e persino lucertole. La resina era estremamente liquida e si induriva molto in fretta grazie all’evaporazione.
Una mosca o una formica catturata viene così preservata per sempre e diventa parte integrante del “miracolo naturale” rappresentato dall’ambra.
Il 90% delle inclusioni trovate all’interno dell’ambra sono insetti, i più frequenti dei quali sono mosche e zanzare.
Si possono trovare anche ragni, pulci o formiche, mentre vermi, molluschi o vertebrati sono molto più rari e gli scorpioni estremamente rari. Finora sono note solo 11 specie “incluse”.
E i dinosauri?
Il motivo per cui gli organismi più grossi raramente rimanevano intrappolati nella resina è semplice: un grosso antropode, ad esempio uno scorpione o un coleottero, era in grado di sviluppare una forza sufficiente per potersi facilmente liberare dall’appiccicosa trappola di resina, magari sacrificando qualche appendice corporea.
Quindi figuriamoci un dinosauro! Tuttavia, qualche speranza ce l’abbiamo: nel 2015, in un mercato in Myanmar, è stato trovato un pezzo d’ambra che contiene la coda di un dinosauro del Cretaceo, completo di vertebre, tessuti molli, ma soprattutto di piume, ha circa 99 milioni di anni.
Si tratta del primo pezzo di ambra conosciuto che includa una coda di dinosauro completa di piume: in passato, infatti, alcune singole penne dell’epoca dei dinosauri sono state trovate incastrate nell’ambra.
Chissà cosa ci nasconde ancora il fondo del Mar Baltico…
