Quest’anno ho deciso di andare in Lituania un po’ prima del solito, in ottobre, per poter godere dei primi colori dell’autunno lituano. Sono stata fortunata, il tempo era bello ed il mare mi ha accolto solo con un po’ di vento, tipico delle nostre zone, ma con tanto sole. È strano vedere il mare in ottobre: c’è il rumore dell’acqua, ma silenzio assoluto in spiaggia, perché non c’è nessuno. È la stagione della ricerca dell’ambra. Il vento è già abbastanza forte, e la probabilità che il mare spinga i pezzi d’ambra verso la spiaggia, aumenta.
Come ogni anno, sono andata a visitare i laboratori dove lavorano ambra. È sempre affascinante il momento in cui entri e la prima cosa che noti è l’odore intenso della resina. Ti entra dentro le narici e così inizi il tuo viaggio tra migliaia di pezzi d’ambra grezzi, collane, bracciali in lavorazione o già finiti e sei lì, che devi concentrarti e iniziare a selezionare ciò che ti piace di più, sforzandoti di non prendere tutto.
Uno degli artigiani con cui lavoro è andato notte proprio la notte precedente la mia visita a cercare l’ambra, ma non è stato fortunato. “C’erano tutte le condizioni climatiche, ma niente…” Ha trovato una manciata di piccoli pezzettini, non ne farà tanto e quindi mi dice: “Dai, prendi qualche pezzo, così li porti in Italia”. Era un momento emozionante: ho toccato l’ambra pescata meno di 8 ore prima.
Ancora una volta sono tornata in Italia entusiasta a farvi vedere tutto ciò che avevo selezionato: collane, bracciali, orecchini, anelli. Ma con la gioia porto sempre anche un pizzico di malinconia per quel mare, che agitandosi mi porta a sentire il vento fra gli alberi.